La ‘Ncrinata di Dasà, una delle manifestazioni di pietà popolare più antiche e partecipate della Pasqua calabrese. C’è un giorno della Settimana Santa, esattamente il martedì dell’ottava di Pasqua, in cui fede e identità si uniscono: tutto ciò avviene, appunto, con la ‘Ncrinata di Dasà, piccolo centro del vibonese. Un rito pasquale che fa sì che le silenziose preghiere diventino urla di un sentimento esternato e comune, capace di coinvolgere gli atei compaesani quanto i fedeli che arrivano da tutta la Calabria.
La ‘Ncrinata
Affruntata, Cunfrunta, Cunfruntata, Cumprunta, Cumprunti, a Dasà l’incontro tra la Madonna e il Cristo risorto si chiama ‘Ncrinata. Si tratta di una delle manifestazioni più antiche per quanto riguarda le celebrazioni pasquali calabresi, la prima di documentazione risale infatti al 1711. Sono numerose le diocesi nel Meridione d’Italia a celebrare l’affrontata; Dasà si distingue dalle altre per il giorno in cui si svolge l’evento ovvero il martedì successivo alla Pasqua, e anche per il nome.
Cambia la prospettiva e anche la formula dell’annuncio pasquale: la statua di San Giovanni si reca una sola volta dalla Madonna per comunicarle la resurrezione del figlio e questa non diffiderà della notizia, bensì correrà subito verso Gesù. Il ‘punto di vista’ mariano permette ai fedeli di immedesimarsi nella Madonna Addolorata che si spoglia del lutto, il suo manto nero si tinge di azzurro.
La sofferenza per la morte del figlio è sostituita dalla gioia dell’incontro, dalla consolante resurrezione. Il dolore antico della Madonna è specchio per le afflizioni dei fedeli e la sua conseguita beatitudine diviene motivo di fiducia e speranza anche per i suoi figli. Maria diventa così madre della consolazione.
(Si ringrazia il Sig. Pino Portaro per la gentile concessione delle immagini)
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